STORIA O LEGGENDA: CHI E' IL VAMPIRO?

Il vampiro rientra nella grande famiglia dei "mostri succhiatori di sangue", occupando all'interno di essa un posto predominante ma non esclusivo. Volendolo considerare un semplice "succhiatore di sangue" non potremmo infatti distinguerlo da certi tipi di streghe, demoni, spettri e licantropi che amano attaccare l'uomo per cibarsi della sua linfa vitale. Ecco allora che la definizione di Massimo Introvigne, uno dei massimi studiosi dell'argomento, ci viene in aiuto.
Il vampiro è prima di tutto una persona umana.
Dobbiamo quindi escludere quegli spiriti mitologici e demoniaci che attaccano i viventi, ne succhiano magari il sangue, ma che non sono mai stati "vivi".
Il vampiro è prima di tutto una persona umana, morta.
Non sono quindi vampiri le streghe succhiasangue delle antiche leggende, che sarebbero infatti persone vive che si cibano semplicemente del sangue umano.
Il vampiro è prima di tutto una persona umana, morta, che appare con il proprio corpo.
Non è cioè uno spirito, un'entità astratta, ma un essere umano in piena regola, in grado di spostarsi sulle sue gambe, di vedere, toccare e essere toccato. I modi per eliminarlo sono infatti molto "fisici": vanno bruciati o trafitti con pali di legno. Il corpo del vampiro non presenta segni di decomposizione, caratteristica che permette ai viventi di distinguerlo dagli altri cadaveri. Da quest'ultima importantissima precisazione deriva la specifica di "non-morto". Senza ovviamente dimenticare che il corpo del vampiro non è un corpo normale: può trasformarsi in lupo, pipistrello, civetta e in ratto.
Il vampiro è prima di tutto una persona umana, morta, che appare con il proprio corpo e, attaccando i viventi, si sostiene con il loro sangue.
Ecco il punto: il sangue. Non tutti i vampiri si nutrono del sangue umano seguendo il classico rito del morso sul collo: alcuni lo assorbono da tutto il corpo, altri lo cavano dal cuore, altri lo sottraggono semplicemente "facendo visita" alla vittima. Il sacrilegio compiuto dal vampiro con il furto del sangue è il punto in cui va ricercato il motivo per cui queste creature hanno sempre affascinato l'uomo: il fascino del proibito, del mistero, dell'aldilà, della vita eterna garantita attraverso l'antico rituale della caccia…
Derivando quindi da quei cicli mitologici che riguardano indistintamente i succhiatori di sangue (presenti dalla Cina al Sud America, dall'India alla Scandinavia), il vampiro, così come lo abbiamo definito, trova le sue origini più concrete nel periodo che segna la fine del Medioevo, vale a dire quando la ragione umana comincia a cercare compromessi tra la religione e la natura delle cose che la circondano. Fino a raggiungere il vero e proprio compimento nel XVII e XVIII secolo, con la ben nota epidemia di vampirismo che sconvolse l'Europa Orientale (soprattutto Serbia, Moravia e Slesia), costringendo uomini di scienza, di filosofia, di potere e di religione a prendere posizioni precise, scettiche o possibiliste.
Sulla scia del successo riscosso nel XVIII secolo dai racconti tratti dai rapporti delle commissioni chiamate ad indagare in tutta Europa sui casi di vampirismo, nel secolo successivo il vampiro abbandona i suoi panni di orrendo e maleodorante cadavere ambulante per abbracciare definitivamente la sua dimensione più romanzesca, quella che ancora oggi ci è più familiare. Con il diffondersi dell'ideale romantico, del fascino del proibito e del misterioso, l'Ottocento visse infatti un'autentica infatuazione per tutto ciò che non era palesemente spiegabile e che traeva le sue suggestioni dai periodi più bui della storia dell'umanità. Poteva quindi il vampiro restarsene buono buono avvolto nel suo sudario in fondo a qualche umido sepolcro disperso in un piccolo cimitero dell'Europa orientale? Assolutamente no. In un'epoca che fece del concetto "amore e morte" il suo credo, il vampiro trovò infatti il giusto alimento per sviluppare la sua anima più romantica, unendo la nuova bellezza dei suoi tratti fisici all'antica dannazione della sua anima, la nuova gentilezza aristocratica dei modi esteriori all'antica bestialità sanguinaria della sua personalità più profonda.